lunedì 24 aprile 2017

Cangiante

cangiare [can-già-re]  (càngio, -gi, càngiano; cangerò; cangerèi; cangiànte; cangiàto)
 A v.tr. lett. Cambiare
 B v.intr. (aus. essere) lett. Mutare || fig. Cangiare di colore, impallidire
 C v.intr. pronom. cangiàrsi lett. Trasformarsi

Archetipo



"ESEMPLARE ORIGINALE"

La parola archetipo deriva dal greco antico ὰρχέτυπος col significato di immaginearché ("originale"), típos ("modello", "marchio", "esemplare"); 

è utilizzata per la prima volta da Filone di Alessandria e, successivamente, da Dionigi di Alicarnasso e Luciano di Samosata. È anche plausibile che derivi da άρχή ("arché"), col significato di "principio", "inizio".
Il termine viene usato, attualmente, per indicare, in ambito filosofico, la forma preesistente e primitiva di un pensiero (ad esempio l'idea platonica); in psicologia analitica da Jung ed altri autori, per indicare le idee innate e predeterminate dell'inconscio umano; per derivazione in mitologia, le forme primitive alla base delle espressioni mitico-religiose dell'uomo e, in narratologia, i metaconcetti di un'opera letteraria espressi nei suoi personaggi e nella struttura della narrazione; in linguistica da Jacques Derrida per il concetto di «archiscrittura»: la forma ideale della scrittura preesistente nell'uomo prima della creazione del linguaggio e da cui si origina quest'ultimo. L'archetipo è inoltre utilizzato in filologia per indicare la copia non conservata di un manoscritto (l'originale) alla quale risale tutta la tradizione (le copie del manoscritto originale).


Tratto da: https://it.wikipedia.org/wiki/Archetipo